A CASA DI:
Stefania
CON:
Le 3 Forchette e Carlo
PRIMO:
Cappelletti in brodo di cappone
SECONDI:
Lingua salmistrata
Salama da sugo ferrarese
CONTORNI:
Erbette cotte
Purè di patate
DOLCE:
Cioccolatini al cocco
VINI:
-Lambrusco Terre Verdiane 2012, Cantine Ceci. 8,5 % vol. Vino rosso dal colore vivace e profumi freschi, frizzante, amabile e brioso. Ottimo per tutto questo menù.
Soprattutto quando queste provengono da molto molto lontano, ma da affetti ancora molto molto vicini nell’animo.
Le nonnine ci lasciano sempre non solo bei ricordi, ma anche ottimi ricettari e antichi ma semprefunzionanti marchingegni!
Altro che riviste culinarie moderne...
Chi vi insegna a salmistrare in casa la lingua di bue se non la nonna Giulia di Stefania?
C’è qualcuno che vi abbia mai messo per ore e ore, quando eravate piccoli, sopra un tavolo ad “annodare” cappelletti come se non ci fosse un domani?
Nonna Rita ci ha provato più e più volte con i suoi figli e con i suoi nipotini...e, per fortuna, il signor Carlo ha avuto il guizzo di scriversi la ricetta.
Sappiamo che i segreti delle nonne dovrebbero rimanere in famiglia, ma noi proprio non riusciamo a morderci la lingua...e tramandiamo a tutti voi le care ricette;
custoditele e fatene tesoro!
Ed eccoci in pole position, durante la solita domenica uggiosa, pronte per creare con le nostre mani decine e decine di cappelletti.
Il tutto sotto la supervisione del signor Carlo che, fra la sua lezione sul lean management e la sua maledetta precisione nella chiusura dei tortelli, ci ha fatte impazzire
E’ tutto un gioco di nodino...fatto quello alla perfezione il cappelletto è pronto per essere tuffato nel brodo (rigorosamente di carne) e mangiato!
Giocare con la pasta fresca è sempre un’esperienza elettrizzante...e ogni volta dà grande soddisfazione.
Ma la lingua di bue dov’è? Beh, soggiorna al fresco in terrazza da ben 20 giorni, tutta ricoperta da una marea di spezie e dal suo amato salnitro, che le regala poi quel colore rossastro che vi trovate davanti nel piatto.
E’ un po’ lunghina da fare, ma, vi assicuro, per chi di lingua se ne intende, ne vale la pena!!
E noi ce ne intendiamo
Ci vogliono 20 giorni di anticipo ed una presenza costante che ogni sera si prenda la briga di girarla ed il gioco è fatto.
Ma siccome a noi non piacere vincere facile, potevamo accontentarci di 20 giorni di preparazione di lingua e di una giornata intera di preparazione di cappelletti?? Nooooo...sia mai!
Abbiamo pensato di aggiungerci ben 8 ore di cottura della mitica e “leggerissima” salama da sugo ferrarese.
Un insaccato veramente particolare, quasi inquietante da quanto pesante è.
La cottura è particolarissima...8 ore immersa nell’acqua bollente, ma sospesa e avvolta in un canovaccio. Guai a voi se le fate toccare il fondo del pentolone!
Deve venire talmente cotta che quasi si taglia con un grissino.
Non è proprio la pietanza più leggera di questo mondo e il gusto è un po’ fortino, speziato e vinoso...però con un buon purè ha un suo perché.
E poi c’è sempre l’ottimo Lambrusco che, in pranzi come questo, cade a fagiolo: purifica, pulisce e ci rende felici!
Per terminare, un buon caffè accompagnato da dolci cuoricini di cioccolato al cocco preparati con tanto ammmore dalla nostra Federica e tutti andiamo a casa più contenti!