Istanbul? Sì, sì e ancora sì.
Sì per l'atmosfera magica, sì per gli ammalianti 5 canti giornalieri di richiamo alla preghiera, sì per l’impegno della gente nel valorizzare il proprio patrimonio, dall'illuminazione delle moschee di notte ai recenti restauri, sì a tutte le esperienze fatte, dal Narghilè al bagno turco nell’Hamam, sì infine ad una città dai mille volti. Una settimana in questa metropoli e ne rimarrete affascinati, completamente conquistati. Una città pulita, organizzata come mai ci si aspetterebbe....e dal punto di vista piccante? Beh, che dire...come il sultano poteva scegliere tra le 300 concubine del suo harem nel suntuoso palazzo Topkapi, così noi abbiamo potuto scegliere tra le decine di portate che il vasto menù turco propone: l'imbarazzo della scelta è lo stesso, di sicuro vario e di massimo godimento.
Sette giorni alla ricerca dei profumi e dei sapori...intensi, vivi, freschi. Freschi come il pesce appena pescato. Il Bosforo è infatti molto generoso, ogni giorno nuvole di pesce azzurro riempiono i banchi disseminati in ogni quartiere. Cotto semplicemente alla piastra, è assolutamente da provare nel panino con insalatina. Niente salse o condimenti strani per fortuna, perfetto e buono anche mangiato nella bettola più scrausa. E se vi sembra troppo sano, accompagnatelo con uno spiedino di cozze e un piatto di alici, entrambi fritti express!! Vi sfido però a trovare una bionda (in tutti i sensi!); nonostante la nazionale birra Efes sia proprio quel che ci vuole per soddisfare il gargarozzo, non la si trova nei baracchini neanche a pagarla oro. E mentre ti bevi il tuo succo di melograno dalle indiscusse proprietà antiossidanti, il nar suyu, pensi a cosa si perdono i musulmani. Con tutto il rispetto per Allah, na biretta…è sempre na biretta…


Proprio la freschezza è la base della cucina tipica turca. Tantissime le varietà di ortaggi di ogni forma e colore. Verdure che troverete cotte nelle meze (selezione di antipasti) tipo la dolma di melanzane (melanzane ripiene di riso), i pomodori, le cipolle e i peperoni verdi grigliati...o semplicemente crude come contorno di ogni pietanza: dalle carote al cavolo cappuccio, condite a volte con lo jogurt. Un vitaminico arcobaleno di colori e gusti che condisce le bancarelle dei mercati e le numerose gastronomie.

Una cosa che già mi manca della cucina turca è il pane, la pita, una favolosa nuvola calda e rigonfia che ti viene servita all’inizio di ogni pasto per ogni poliedrico utilizzo. Un disco di pane cotto al forno, che una volta “sgonfiato” risulta perfetto per arrotolarci il kebab (durum), per accompagnare ogni pietanza sugosa o per essere tuffato nell’hummus, altro che far scarpetta…con questo tocco de pan ci fai scarponi dal 46 in su!

Visto che l’ho nominato, apro una parentesi per chiarire le idee sul consumo+uso+abuso della parola Kebab. I chioschi che vendono questi “carnosi panini” sono spuntati come funghi anche in Italia negli ultimi 15 anni. Un'onda orientaleggiante che anche in Veneto ha fatto tremare le più vecchie osterie, le quali si sono viste alzare le serrande di questi fast-food dalle luminose insegne al neon proprio nelle amate piazze di paese. Ogni cosa a suo posto mi vien da pensare, ma anche se nel mio cuore pane e salame vincono sempre e comunque su tutto, una precisazione su cosa realmente sia il kebab va fatta. Due le distinzioni principali: il Doner kebab è quell’ammasso di carni diverse “pressate ” che gira in verticale su uno spiedo e viene servita solitamente in un panino con verdure e poco simpatiche patatine fritte molliciose, mentre l'edana kebab è una poltiglia di carne macinata che viene assemblata su delle spade, messe poi sulla griglia a cucinare, servito sempre con verdure, lo si può scegliere con diversi tipi di carne e spezie..anche con i pistacchi!

Stop alle divagazioni, torniamo alla mia gita piccante. Per pranzo, due le alternative: o soste veloci nei chioschi loschi e foschi sfidando ogni piatto alla Adam Richman di Man Vs Food o lauti pasti a base di carne d’agnello, che adoro, nelle tipiche locande…Credetemi, se non mi è cresciuto il vello stavolta per quanto ne ho mangiato, bheeeeeééééé allora non mi crescerà più.  Servito con fichi e prugne poi...da provare! Sarà che sono dell’ariete ma io ho un debole per tutti gli ovini: innocenti e un po’ tontoloni come me.

Per cena, invece, cucina fusion di livello nei posti più incantevoli; tra tutti ve ne nomino alcuni: il 360, il Banyan, il 5kat e il Sekizistanbul...BENESSERE!!!
Istanbul by night is amazing! Eh si, dopo i tanti km macinati per i sali e scendi della città, un tuffo nella mondanità turca è quello che ci vuole…il vino turco scorre a fiumi, le luci sono fioche, i panorami mozzafiato e le proposte culinarie sono la perfetta fusione tra occidente ed oriente. Strano ma vero: in questo luogo è proprio a tavola che ci si accorge di essere a cavallo tra due continenti. Quando diverse culture si mescolano e si contaminano a vicenda nascono veri capolavori….qui mi sento davvero medio-orientata, mi sento al centro, mi sento nell’ombelico del mondo…anzi mi sento che il mio, di ombelico, sta per esplodere con tutto quello che sto mangiando….aiuto, meglio non scherzare da queste parti!


E un dolcetto? Sì dai, anche se non ne vado matta perché qui sono tutti superzuccherosi ed ho sempre preferito una tazza di the turco a conclusione di ogni pasto, rito irrinunciabile. Ma come dicevo, questi dolciumi sono per la maggior parte a base di miele, frutta secca e composti da fili di pasta sottilissima simile alla pasta fillo (il kadaif), altri invece sono fatti di zucchero e amido come il gelatinoso Lokum. L’unico, anche se superstuncio, che ho assaggiato è il tradizionalissimo baklava…ai pistacchi è davvero buono :

Tutti questi dolci li potete trovare in tutte le salse, proprio all’antico mercato delle spezie. Meta obbligatoria per ogni turista. Qui, sempre con il sorriso, ti possono silurare con dei conti pazzeschi se non contratti prima! Per fortuna io ho saccheggiato mezzo bazar con l’amico Amen che mi ha rifilato, con relativa spiegazione, ogni sorta di polvere magica colorata.
Toccherà cominciare a bere anche il latte speziato, se non voglio rimanere inghiottita dalle colorate sabbie speziate nei prossimi mesi.

Difficile raccontarvi in questo piccolo spazio tutta la bellezza e il fascino di questa città, ci provo con qualche scatto random…giusto per farvi venire l’acquolina e decidervi di prendere un volo e partire! Una meta che offre tantissimo: un valore artistico impressionante, dove molteplici e importantissimi avvenimenti storici hanno infatti lasciato segni e influenze di ogni religione e cultura in ogni angolo.
L'oriente incontra l'occidente, ma non solo: una città moderna e all'avanguardia che non si ferma mai, da scoprire in ogni suo aspetto.   

 

Il 2013 è iniziato a New York e terminato ad Istanbul…sempre col botto!
Non potrei chiedere di più, iniziare l'anno in continenti così diversi e lontani...una ricchezza unica. Ogni viaggio riempie l'anima, questo è certo.

Auguro un anno speciale alle mie amiche Stefania e Federica, a tutti gli amici di Forchette Piccanti e ai miei compagni di viaggio…belli freschi, grazie ragazzi!

 

 

 

 

 

 

 

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