L’estate è arrivata e con lei anche i tanti eventi e manifestazioni enogastronomiche che popolano le bellissime piazze italiane. Fra queste ce n’è una, in particolare, che raggruppa in un unico contesto le cucine di ben venti fra i Borghi più belli d’Italia.
Stiamo parlando di Ciborghi d’Italia, il Festival del cibo che ha come protagonisti i prodotti tipici e le ricette tradizionali della nostra bella Italia e che ha come scenario di accoglienza la meravigliosa e suggestiva piazza del Borgo di Offida, nelle Marche.
Ringraziamo dunque, Stefano della Tubercommunication, Giulia e Mario della Cooperativa Oikos, organizzatori dell’evento, per averci contattate e per essersi fidati di noi!!
Grazie a loro, infatti, ci siamo lanciate in questa nuova ed entusiasmante esperienza: cucinare in un’enorme cucina, fianco a fianco con tanti cuochi non professionisti provenienti da diverse regioni. Non siamo solite alla preparazione di piatti per interi plotoni, ma, con olio di gomito e soprattutto con il sorriso, abbiamo cercato di destreggiarci al meglio tra fornelli e pentoloni decisamente più grandi di noi.
Come sempre non ci abbiamo messo molto a stringere amicizia con i rappresentanti degli altri Borghi, anche perché il nostro palato buongustaio non ha resistito nemmeno un secondo ai fantastici panzerotti di Anna di Locorotondo, ai gustosi arrosticini abbruzzesi, alla cicerchia dei nostri amici di Campodimele, alle olive ascolane di Annarita e ai maccheroncini al ragù dell’Agriturismo Rosa dei Venti.
Non ci siamo fatte mancare nemmeno una visita culturale fra le stradine di Offida...solo la Chiesa di Santa Maria della Rocca ed i numerosi negozi di merletto a tombolo meritano il viaggio!
Giunte al terzo giorno, dopo aver cucinato 40 chili di trippe, abbiamo ben pensato di esserci meritate una gita nel circondario. Al nostro tour non poteva infatti mancare una tappa enologica...se non altro per dare soddisfazione alla nostra Giulia ed al suo collega sommelier Giovanni che, molto gentilmente, ci ha accompagnate in una cantina davvero particolare, la Paolini e Stanford Winery, nata dal grande amore per la terra picena e per il vino biologico di Raffaele, ex giornalista, e di Dwight, ex chirurgo americano.
Con una vista a 360 gradi sulle colline coltivate, Raffaele ci ha coinvolto in una degustazione di vini naturali che nascono dalla volontà di rispettare la terra e l’origine delle piante autoctone di questo territorio. La passione che mettono nel loro lavoro si respira e si sorseggia in ogni loro prodotto, dal Pecorino Aurai 2012, un bianco di ben 16.5 gradi, al Confusion, rosso Igt Marche, senza dimenticare il profumatissimo ed originale Syrah, l’Offida Rosso,il mitico Montepulciano e tanti altri...
Speriamo di tornare presto a trovare Raffaele, magari organizzando una cena Forchette Piccanti nella sua splendida location!
E, come per ogni vacanza, purtroppo è arrivato il momento di salutare tutti gli amici che abbiamo incontrato in questa esperienza enogastronomica e di prendere la via del ritorno...
Grazie dunque a Vincenza, che con la sua grande dolcezza ci ha ospitate facendoci sentire come a casa (anzi meglio che a casa, viste le colazioni con cui ci dava il buongiorno ogni mattina) e grazie a tutto lo Staff di Ciboghi 2014...speriamo di rivederci a Ciborghi 2015!!! Magari con nuovi piatti e nuovi Borghi...
A CASA DI:
Carlo
CON:
Rita, Carlo&Carlo + noi Forchette Piccanti
ANTIPASTI:
Tortino nell'uovo
Carpaccio con insalatina di Asparagi
PRIMO:
Fusilloni con pesto di zucchine
SECONDO:
Petto d'anatra al pompelmo
DOLCE:
Meringhe cotte nel latte
VINI:
- Prosecco “Case Rosi” Doc Extra Dry 2012 Terre di Rovaré di Az.Agricola Miotto Lodovico 11,5 % vol. Fruttato e piacevole, una leggera effervescenza che bene si abbina al tortino cremoso.
- Nosiola Igt Vigneti delle Dolomiti 2008 di Cesconi 12% vol. Gran morbidezza e sapidità perfetta per i nostri piatti delicati come il carpaccio e la pasta alle zucchine. Destini incrociati.
- Merlot Igt 2010 di Bonotto delle Tezze, 12% vol. Sentori di frutta rossa e una buona e gentile struttura che accompagnano ed esaltano il petto d’oca cotto al forno. Armonia pura.
Questo post dovrebbe iniziare con un sottofondo musicale, precisamente con la colonna sonora dei film d’azione più belli e più stilosi di sempre, ovvero la saga con protagonista la spia britannica più raffinata di tutti i tempi: James Bond.
Chi può resistere al fascino dell’agente segreto? Nessuno ovviamente, tanto meno noi Forchette Furbette!
E visto che i segreti noi non li sappiamo tenere, vi sveliamo subito i protagonisti del nostro remake: 4 Bondgirls Stefania Giulia Rita e Federica e 2 James Beibo Carlo&Carlo (carini sono carini, ma a definirli Bond non vorremmo mai che al mitico Sean Connery gli si alzasse il sopracciglio in senso di sfida…).
Iniziamo la serata ovviamente con un Vodka Martini shakerato non mescolato e già subito entriamo nella parte:
chi si atteggia con pose da locandina, chi gira per casa impugnando la pistola-giocattolo, chi prova le battute “sono Beibo, James Beibo” e così via…se qualche passante curioso avesse sbirciato dalla finestra, di sicuro avrebbe chiamato la neuro!
Non nascondiamo infatti, di essere state un po’ gasate anche dalla location unica e speciale in cui siamo capitati questa volta: la sala da pranzo e la cucina di Carlo sono infatti superglamour. Fornelli, vetrate, bancone, tavola, luci...ogni dettaglio è curato proprio come nelle riviste patinate di arredamento più in voga. Un pizzico di Hollywood a Mogliano! Cosa volere di più? È veramente il massimo per noi, tanto da sentirci profondamente ispirate: 3 Forchette dal numero identificativo “00” (come la farina) con licenza di cucinare…
Il coloratissimo menù della serata è chic e ad effetto quanto basta, soddisfa l’occhio ed il palato. Un tortino/ovetto che sorprende e solletica l’appetito, un freschissimo carpaccio di manzo con asparagi leggero ma saporito, una pasta delicatissima dalla forma intrigante e il pezzo forte della serata che ha conquistato tutti: un petto d’anatra al pompelmo cotto alla perfezione!!!! Avete presente croccante fuori, ma rosa e succoso dentro? Commovente.
Commovente anche il dessert ma per altre disastrose ragioni: ci veniva da piangere perché non ci veniva!!!….ma è possibile? Queste maledette meringhe francesi chiamate “iles flottante”, ovvero isole galleggianti, non ne volevano sapere di stare a galla…ma tranquilli, ora abbiamo calibrato la ricetta e voi, grazie alle nostre correzioni, non sarete più naufraghi disperati! Parola di Forchette!
Il vino è fresco, le candele sono accese, la compagnia è allegra, la fame è tanta…su via tutti a tavola! Un’atmosfera incredibile, con la musica giusta e gli amici giusti…Finalmente un bel sabato sera senza guardare l’orologio, se non quello biologico che vendica fame e sete ;-)
La serata continua, i toni si alzano e i discorsi invece che elevarsi anche loro, al contrario calano di spessore. E’ una questione di proporzioni? Dov’è finito tutto lo charme della nostra serata speciale? Ma è proprio qui il bello: inizi la serata conversando sui grandi temi che appassionano il mondo ma poi, quando stai bene a tavola e finalmente ti rilassi, il cuore diventa più leggero e i pensieri sempre più lontani...ci si abbandona alle risate, alla chiacchiera facile e la serata alla fine è un successo! Soprattutto se, quando finisci le munizioni delle tue armi, passi alle classiche pallottole Rhum e pera. Vero o no?
Ciao BEIBI!
A CASA DI:
Silvia
CON:
Forchette Piccanti & Winehouse
ANTIPASTI:
Salame rovigoto con polentina calda (Rovigo)
Frittatine con sciopeti e rosoline (Treviso)
Insalatina di sfilacci di cavallo e fagioli di Lamon (Padova e Belluno)
Moscardini con sedano e castraure (Venezia)
SECONDO:
Baccalà alla vicentina (Vicenza)
DOLCE:
Rufioi (Verona)
VINI:
- VE) Spriz: prosecco con acqua, goccio di"aperol",una scorzetta di limone ed è subito festa.
- TV) Prosecco Valdobbiad.Super.Docg Brut 2012 "Brunei" di La Tordera Profumo con brio.
- PD) Friularo Bagnoli Doc Brut 2006 di il Dominio di Bagnoli Una grintosa sorpresa.Wow!
- RO) Turchetta 2008 di La Mainarda.Vino allegro, una nuova scoperta del comune di Adria.
- BL) Cabernet Franc Lison Pramaggiore Doc 2010 di De Lorenzi Intenso, una garanzia.
- VR) Amarone della Valpolicella Doc 2009 di "Ambrosan" di Nicolis Avvolgente, non tradisce.
- VI) Vespaiola Breganze Doc Torcolato 2007 di Gastaldia Più che sublime, meditativo.
Una cena da Adrià...da Ferran? No, dai nostri amici di Winehouse ad Adria (RO)!!
Gemellaggio perfetto: alta cucina e bevuta di livello per una serata dai sapori tutti veneti.
E per non fare torto a nessuno, un piatto e un vino per ogni provincia...dunque per questa sera bandita la dieta e bandita la leggerezza, pronti via per il tour del Veneto!!
L’accoglienza è stata TOPPP, come direbbe il nostro caro amico Pier, che ha fatto da trait d’union tra le care Forchette e i simpaticissimi Winehouse, simpatica combricola di Winelovers!
Silvia, la padrona di casa, ci ha lasciato campo libero nella sua splendida e nuovissima cucina bianca...peccato che sia rimasta immacolata per poco, nel giro di 5 minuti si è traformata in un vero campo di battaglia.
Moscardini che bollivano, frittatine in forno che montavano, baccalà che attendeva il suo turno di cottura, erbette di stagione in ogni dove e l’immancabile nonna papera che stendeva la pasta per i biscotti. Un vero tsunami di ingredienti e arnesi da cucina.
Un’ansia da prestazione incredibile davanti a questo gruppo di mangiatori e bevitori esperti...c’era pure il famoso Alessandro Tinello della Macelleria Tinello, pronto a giudicare ogni singolo ingrediente.
Il banchetto nuziale, si sono celebrate infatti le nozze tra le Forchette Piccanti e i Winehouse, si è aperto con il compianto Osvaldo III, che si è reincarnato nei nostri piatti con le sembianze di un ottimo salame!
Ogni anno, infatti, Pier alleva un piccolo maiale innocente per poi trasformarlo in squisiti prodotti da tavola, e Osvaldo III° è stato proprio il suo ultimo amico sacrificato per la gioia dei palati di tutti gli amici.
Con tutta una serie di antipasti abbiamo cercato, poi, di omaggiare ogni provincia veneta con i suoi prodotti migliori e rigorosamente di stagione.
Il pluritutelato fagiolo di Lamon per il bellunese, lo sfilaccio di cavallo per il padovano, amante da sempre della carne equina in tutte le sue fattezze, le primaverili erbette di campo per noi trevigiane ed un frescho e classico moscardino per il veneziano doc, amante dei bacari e dei tipici cicchetti!
Il piatto forte della serata l’abbiamo dedicato al vicentino ed al suo famosissimo baccalà!
E man mano che si avvicinava il momento d'assaggio di questa pietanza solo all’apparenza facile da preparare, ma in realtà difficilissima da dosare al meglio, l’ansia saliva...ma il buon Tinello ha fatto pure il bis, dunque esame superato!!!
Il banchetto pantagruelico si è chiuso con un dessert di provenienza veronese:
i rufioi, preparati ovviamente da Giulia e Federica. Cotti in forno e non fritti!
I ragazzi di Winehouse e tutte le ragazze della compagnia sono stati a dir poco di-vini :-)!
Ci hanno accolte in una cucina splendida, sono riusciti ad abbinare ad ogni piatto il giusto vino (ovviamente anche loro in tema Veneto), ci hanno fatto trascorrere una serata davvero divertente e, dulcis in fundo, ci hanno regalato un cadeaux personalizzato!!!
Cosa chiedere di meglio???
Una cena in compagnia di persone stupende..dunque da ripetere, a prestissimo!!!
Anche questa volta ho colto l’occasione per seguire le mie origini marchigiane e per parlarvi di un piatto tipico di questa terra, anzi, più che di questa terra, del suo ricco mare…
Chi di voi non ha mai sentito parlare del Brodetto di pesce? In una delle sue innumerevoli versioni: all’anconetana, alla marchigiana, alla pesarese...
e chi più ne ha più ne metta!
Ogni paesino che si affaccia sul mare ha il SUO Brodetto di pesce...comun denominatore è la materia prima: ovviamente freschissima e gustosissima a prescindere dalla versione!
Dunque, con la scusa del Brodetto e della famosa Sagra in suo onore,
mi sono regalata un lungo weekend nel pesarese per non perdere l’esaltazione massima di questo ottimo piatto della tradizione.
E, ovviamente, ho deciso di cimentarmi nella sua preparazione
con l’aiuto della mia amica del loco Luisa.
La prima tappa della spesa è stata ovviamente il porto dove, con mia grande sorpresa, non ho trovato un vero e proprio mercato del pesce, ma tanti piccoli “baracchini”, che vendono solo il pescato della mattina e niente di decongelato...tutto rigorosamente freschissimo e (ahimè) vivissimo!!
Chi mi conosce sa quanto soffro nel vedere gli animali vivi, ma, pensando al risultato finale, tutta la sofferenza è stata facilmente superata :-).
Ed eccoci in cucina: io, Luisa e i pesci. Mi rimbocco le maniche e prendo le forbici, ma subito sventolo bandiera bianca davanti alle canocchie ancora vive.
Luisa, divertita, prende in mano la situazione e mi svela subito il primo segreto: il brodetto deve essere fatto solo con il pesce vivo. E immediatamente mi fa una bella dimostrazione di come deve essere tagliato ciascun tipo di pesce: il granchio, le ricciole, le canocchie e il temutissimo pesce ragno che ha una spina molto velenosa sul dorso. Dopo tante titubanze ce l’ho fatta!!
Una volta affrontato il pesce, il gioco è quasi fatto... è sufficiente infatti munirsi di una grande padella, fare un trito di sedano, cipolla e carota, aggiungere della passata di pomodoro e, a metà cottura del pesce, inglobare le seppie e le vongole (lasciate a bagno in acqua per un’oretta).
La ricetta del brodetto di pesce di Luisa, è molto semplice, perché non prevede deliscatura, quindi se volete fare anche voi questo piatto assicuratevi prima che i vostri commensali abbiano pazienza e dimestichezza con il pesce.
Ma voi sapete che io sono curiosa e soprattutto golosa...dunque, non accontentandomi della versione pesarese, ho voluto fare altre ricerche, e soprattutto altri assaggi.
E così sono finita al Festival internazionale del Brodetto e delle Zuppe di pesce di Fano, dove mi sono trovata davanti a diversi stand in cui poter gustare delle buonissime zuppe ed anche a diversi ed interessanti cooking show con Chef d’eccezione.
Potevo perdermi a questo punto lo spettacolo di uno dei miei Chef preferiti, nonché marchigiano??
Ovviamente no!!! E senza pensarci due volte sono corsa subito dal mio mito Moreno Cedroni, che, per l’occasione, ha presentato una reinterpretazione della ricetta del Brodetto a cui ha aggiunto dell’anice stellato e delle fettine crude di spigola.
La serata è stata accompagnata da un vino rinomato della regione: Il Bianchello del Metauro D.O.C...e così, fra un bicchiere e l’altro, si è concluso il mio weekend pesarese all’insegna del gusto di mare e della riscoperta dei piatti tipici.
Grazie Luisa… la prossima volta ci rivediamo in cucina per la piadina :-)
A CASA DI:
Federica
CON:
Noi forchette, Claudia e Michele, beato tra le donne
ANTIPASTO:
Flan al radicchio su crema di Blu61
PRIMO:
Crema di cime di rapa
SECONDO:
Uova alla Benedict con salsa olandese
DOLCE:
Panna cotta alla liquirizia, con mousse di cioccolato e gelèe al limone
Tortini al cioccolato dal cuore morbido
VINI:
- Prosecco Superiore Docg “Col Real” Extra dry 2012 di Bonotto delle Tezze 11 %vol. Profumi, effervescenza…ottimi per il consueto brindisi di benvenuto. #Maisenzaprosecco!
- Prié Blanc Blanc de Morgez et de la Salle di Cave du vin blanc 2012 11% vol. Vino estremo della Valle d’Aosta: colore vivace, grande freschezza e mineralità. Bene l’abbinamento con le cime di rapa.
- Pinot nero “Sanct Valentin”2010 di St.Michael Eppan 14,5% vol Profumi di frutta. Intenso, avvolgente sia nel colore che nel sapore. Possente, forse troppo per bacon&eggs, sublime da solo.
la cena organizzata in onore dell’amica e blogger Elisa Guida, ma chi l’ha vista?
E soprattutto, chi ha visto il tartufo che doveva condire le nostre portate principali?
Non ci crederete, ma é andata proprio così...e cosa succede quindi se l'ospite e il promesso ingrediente tirano pacco all'ultimo minuto?
Semplice, si corregge la ricetta della serata rimescolando gli ingredienti a disposizione!
A partire da un sorriso o da una faccia d'uovo in tema con la serata alla Benedict!
Ma non tutto fila sempre liscio come l'olio rigorosamente extravergine d'oliva...E' infatti un giovedì sera dopo il lavoro, siamo stanche e il rischio di combinare malanni è sempre altissimo!
Ma noi non demordiamo e, con la speranza di garantirvi come sempre tante nuove ricette da provare,
continuiamo le nostre manovre in cucina, ma ecco che nel momento di massima convinzione ci accorgiamo che Stefania si è dimenticata gli spinacini freschi a casa!
Corri a casa FORRESte, corri!
E vogliamo parlare della salsa olandese? Impazzita pure quella, tanto quanto noi.
Che disastro...pare proprio la cena sbagliata!
La luna nera continua a colpire: l’ascensore rotto (tre piani di scale con spesa al seguito), il forno che non arriva ai 180° e non fa gonfiare il dolce e, per poco, il sale nel caffè!!
Il povero Michele è sopravvissuto a ben 4 donne sull'orlo di una crisi di nervi. Ma, alla fine, ci siamo divertiti tantissimo!
Di fronte ad ogni errore od imprevisto, abbiamo riso come matti!!
Anche perché con Claudia a tavola non può essere diversamente.
Claudia è una vera forza della natura: con il suo sorriso contagioso e la sua parlantina ha spazzato via ogni imbarazzo.
La cena è stata comunque un successo: dal flan di spinaci, alla crema di cime di rapa, per poi giungere all'uovo in camicia, che si rivela essere sempre un giochino divertente! Far immergere l'uovo nel vortice d'acqua bollente e vedere come passa dallo stato liquido allo stato solido tra gli affascinanti baffi bianchi è sempre uno spasso! (si, ci divertiamo con poco noi!)
E il dolce?
Ben due dessert per l'occasione: un godurioso tortino al cioccolato dal cuore liquidoso preparato da Claudia e un dolce al cucchiaio a base di liquirizia preparato da Giulia con l'aiuto di Esther,
grande amica e mastra pasticciera che ci ha aiutate a realizzare questa esplosione di gusti in onore dell'azienda L’ombra di Venezia
Grazie dunque agli amici di L'Ombra che ci hanno donato il loro oro nero: uno strepitoso liquore di liquirizia purissima.
Un prodotto veramente eccezionale, da consigliare per chiudere in bellezza ogni cena. Un bicchierino di questo vi scalda il cuoricino. Garantito.
Ciao, alla prossima!
Cari amici, ormai la Pasqua è vicina e
se volete evitare i consueti “affanni da preparazione” per il banchetto pasquale,
abbiamo la soluzione per voi: i Passatelli.
Chi non li conoscesse potrebbe pensare ad un piatto del pass-ato, ad un cibo “stracotto”:
sbagliatooooo…si tratta di un primo piatto semplice, un tipo di pasta fatta in casa con ingredienti semplici della tradizione marchigiana.
Per questo abbiamo deciso di mandare in spedizione la forchetta Federica da sua zia Valentina, maga della pasta fatta in casa, perché potesse svelarci il segreto di questa facile ricetta.
Piatto veloce e comodo da preparare, ma soprattutto lo si può congelare!!!
Questa sì che è una comodité!
Non ci resta che augurarvi di passare una BUONA PASQUA…con i passatelli
Cari amici di Forchette Piccanti correte in edicola!
Oggi leggere il giornale sarà un’esperienza davvero piccante…
Ci hanno pubblicate nell’inserto “Weekend”, settimanale distribuito insieme alla Tribuna di Treviso, il Mattino di Padova, la Nuova Venezia e il Corriere delle Alpi.
Che onore!
Ma cosa abbiamo combinato questa volta?
Tutto è iniziato qualche mese fa quando ci hanno segnalato la nuova iniziativa di La Mandolina e abbiamo accettato l’invito a partecipare alla sfida ai fornelli da loro organizzata. Ogni mese un nuovo ingrediente protagonista con il quale cimentarsi, tante ricette pubblicate nel loro blog, ed un solo vincitore..
Dopo essere state messe alla prova con la melagrana, la zucca e lo zenzero è arrivato il momento del formaggio. L’imbarazzo della scelta formaggiosa ci ha all’inizio spiazzate, ma, dopo mesi di tanta pioggia, abbiamo pensato di puntare su un anticipo di primavera con una golosa “mojito cheese cake”.
Sarà stata la fresca idea a farci vincere la sfida del mese?
Un grazie speciale a tutto lo Staff de La Mandolina, realtà consolidata nel campo della ristorazione che nasce dalla collaborazione di due amiche e appassionate di cucina come noi: Ilaria ed Olivia...
ed un grazie alla redazione di Weekend e alla gentile Anna Sandri.
Amici, provate anche voi a giocare in cucina.
È facilissimo, basta inviare una mail con la ricetta alla redazione Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e potrete vincere un corso di cucina presso i laboratori della Mandolina.
L’ingrediente del mese di Marzo è: IL TOFU!
Che vinca il migliore, in bocca al tofu!
A CASA DI:
Stefania
CON:
Le 3 Forchette e Carlo
PRIMO:
Cappelletti in brodo di cappone
SECONDI:
Lingua salmistrata
Salama da sugo ferrarese
CONTORNI:
Erbette cotte
Purè di patate
DOLCE:
Cioccolatini al cocco
VINI:
-Lambrusco Terre Verdiane 2012, Cantine Ceci. 8,5 % vol. Vino rosso dal colore vivace e profumi freschi, frizzante, amabile e brioso. Ottimo per tutto questo menù.
Soprattutto quando queste provengono da molto molto lontano, ma da affetti ancora molto molto vicini nell’animo.
Le nonnine ci lasciano sempre non solo bei ricordi, ma anche ottimi ricettari e antichi ma semprefunzionanti marchingegni!
Altro che riviste culinarie moderne...
Chi vi insegna a salmistrare in casa la lingua di bue se non la nonna Giulia di Stefania?
C’è qualcuno che vi abbia mai messo per ore e ore, quando eravate piccoli, sopra un tavolo ad “annodare” cappelletti come se non ci fosse un domani?
Nonna Rita ci ha provato più e più volte con i suoi figli e con i suoi nipotini...e, per fortuna, il signor Carlo ha avuto il guizzo di scriversi la ricetta.
Sappiamo che i segreti delle nonne dovrebbero rimanere in famiglia, ma noi proprio non riusciamo a morderci la lingua...e tramandiamo a tutti voi le care ricette;
custoditele e fatene tesoro!
Ed eccoci in pole position, durante la solita domenica uggiosa, pronte per creare con le nostre mani decine e decine di cappelletti.
Il tutto sotto la supervisione del signor Carlo che, fra la sua lezione sul lean management e la sua maledetta precisione nella chiusura dei tortelli, ci ha fatte impazzire
E’ tutto un gioco di nodino...fatto quello alla perfezione il cappelletto è pronto per essere tuffato nel brodo (rigorosamente di carne) e mangiato!
Giocare con la pasta fresca è sempre un’esperienza elettrizzante...e ogni volta dà grande soddisfazione.
Ma la lingua di bue dov’è? Beh, soggiorna al fresco in terrazza da ben 20 giorni, tutta ricoperta da una marea di spezie e dal suo amato salnitro, che le regala poi quel colore rossastro che vi trovate davanti nel piatto.
E’ un po’ lunghina da fare, ma, vi assicuro, per chi di lingua se ne intende, ne vale la pena!!
E noi ce ne intendiamo
Ci vogliono 20 giorni di anticipo ed una presenza costante che ogni sera si prenda la briga di girarla ed il gioco è fatto.
Ma siccome a noi non piacere vincere facile, potevamo accontentarci di 20 giorni di preparazione di lingua e di una giornata intera di preparazione di cappelletti?? Nooooo...sia mai!
Abbiamo pensato di aggiungerci ben 8 ore di cottura della mitica e “leggerissima” salama da sugo ferrarese.
Un insaccato veramente particolare, quasi inquietante da quanto pesante è.
La cottura è particolarissima...8 ore immersa nell’acqua bollente, ma sospesa e avvolta in un canovaccio. Guai a voi se le fate toccare il fondo del pentolone!
Deve venire talmente cotta che quasi si taglia con un grissino.
Non è proprio la pietanza più leggera di questo mondo e il gusto è un po’ fortino, speziato e vinoso...però con un buon purè ha un suo perché.
E poi c’è sempre l’ottimo Lambrusco che, in pranzi come questo, cade a fagiolo: purifica, pulisce e ci rende felici!
Per terminare, un buon caffè accompagnato da dolci cuoricini di cioccolato al cocco preparati con tanto ammmore dalla nostra Federica e tutti andiamo a casa più contenti!